Si è conclusa con ampia partecipazione la presentazione del libro “Lotte contadine nella Sicilia dei feudi – Il coraggio di Ninetta Gigante” di Salvatore Bongiorno, tenutasi presso la Sala Sodano di Palazzo D’Alì a Trapani.
La serata, aperta dal sindaco Giacomo Tranchida e moderata da Laura Lodico, ha visto gli onorevoli Bobo Craxi e Giuseppe Provenzano dialogare con l’autore sui temi della giustizia sociale, della lotta al latifondo e dell’emancipazione popolare.
Nel suo intervento, l’on. Craxi ha collegato i valori rappresentati nel libro all’essenza stessa del socialismo: “Le storie di Ninetta Gigante e degli altri protagonisti narrati da Bongiorno ci mostrano esattamente dove nasce il socialismo: nei luoghi dove c’è bisogno di lottare per un’emancipazione, per un diritto, per guadagnare una prospettiva di progresso. Questa non è una dottrina astratta, ma un’aspirazione umana concreta. Quando, come accadeva nella Sicilia dei feudi e come accade ancora oggi, le società sono piegate alle ragioni dell’economia e al valore del denaro, si piega anche l’individuo, che ha bisogno di aggrapparsi a valori concreti come la libertà e l’uguaglianza.”
L’on. Provenzano ha evidenziato il legame tra le lotte contadine del passato e l’attuale questione meridionale: “Le storie raccontate in questo libro sono proprio quelle in cui nasce, cresce e si sviluppa la questione meridionale, questo divario di diritti e cittadinanza tra nord e sud del paese. Quei braccianti, quei contadini e i capi lega che guidavano il movimento si battevano per uno sviluppo più equo e più equilibrato per tutti. Oggi ancora questo è il cuore dell’impegno per la coesione territoriale e sociale.”
L’opera di Bongiorno, edita da Quick Edizioni, ricostruisce la figura di Ninetta Gigante, emblema della lotta per la giustizia sociale nella Sicilia contadina di inizio Novecento. Il libro narra la vicenda di questa donna che, dopo l’assassinio del marito per mano mafiosa, diventa simbolo e motore dell’emancipazione dei contadini e del riscatto delle classi più deboli. Attraverso una meticolosa ricostruzione storica, l’autore intreccia la storia personale di Ninetta con il più ampio movimento delle lotte contadine, documentando il ruolo delle cooperative agricole, le rivendicazioni per le terre incolte e la feroce repressione.
Particolarmente apprezzati i passaggi in cui Bongiorno ha ricostruito le vicende di altri protagonisti come Bernardino Verro, Nicola Alongi, Giuseppe Garibaldi Bosco, Lorenzo Panepinto, Sebastiano Bonfiglio e Nino Scuderi, uomini che hanno sfidato la mafia, il potere dei latifondisti e l’oppressione, pagando spesso con la vita il loro impegno.
L’autore ha raccontato la genesi del suo libro: “Tutto è iniziato con un intervento di Sebastiano Bonfiglio in cui si narrava di una donna che, davanti al corpo del marito ucciso dalla mafia, incita gli altri contadini a proseguire la lotta dicendo ‘Lo piango io mio marito’. Quella donna era Ninetta Gigante, e la sua storia mi ha condotto a scoprire un intero mondo di lotte contadine, cooperative e affittanze collettive nella Sicilia tra fine ‘800 e inizio ‘900.” Bongiorno ha poi spiegato come il libro documenti le repressioni subite da questi movimenti, dalla risposta di Crispi ai Fasci Siciliani fino alle azioni dei grandi agrari, attraverso una magistratura che all’epoca era funzionale al potere. “Nella sola provincia di Trapani e Agrigento, negli anni ’20, furono uccisi 40 attivisti per mano dei gabelloti, i mafiosi che amministravano le terre per conto dei proprietari assenteisti. L’eredità di questi martiri è un invito a non rassegnarci in un’epoca dove predomina l’individualismo e crescono le disuguaglianze.”
L’evento, promosso dal Comune, ha dimostrato come la memoria delle lotte contadine e l’esempio di figure come Ninetta Gigante possano ancora oggi alimentare riflessioni sulla giustizia sociale e sull’impegno civile, in una Sicilia che continua a fare i conti con il proprio passato per costruire un futuro migliore. Come ha affermato Bongiorno: “C’è ancora un domani che può cambiare la dimensione di un mondo che vive di troppe disuguaglianze.”
Relazioni con i media
Simona Licata