2 marzo | ingresso gratuito | Parco archeologico di Segesta
Si presenta il volume nato dalla mostra “Elyma”
ritrovando le installazioni vegetali in dialogo con il Parco
SEGESTA. La prossima è la prima domenica del mese (2 marzo) e ritorna il consueto ingresso gratuito ai siti della cultura: a Segesta dalle 9 alle 18.30 si potrà accedere liberamente al parco archeologico per un’intera giornata luminosa nella natura. Che l’ha fatta da padrona l’anno scorso per la mostra “Elyma” di Gandolfo Gabriele David: installazioni vegetali in forte dialogo con il Parco archeologico, che hanno segnato la riapertura al pubblico del tempio dorico, rimasto inaccessibile per due decenni. Da questa esperienza è nata una pubblicazione che attraverso interviste, documentazioni, saggi e racconti, approfondisce temi inerenti arte, territorio e comunità. Una riflessione ecologica ed estetica, un progetto stratificato e su più linguaggi, che si intreccia e si fonde con il patrimonio materiale e immateriale di Segesta. Archeologia e Land art per una visione che si aggrappa a culture lontane che qui hanno lasciato traccia o che si ritrovano nel ciclo vitale in cui umani, insetti, piante sono un tutt’uno. E che a Segesta è proprio tangibile in ogni singolo angolo, sentiero, reperto.
Il volume, edito da MondoMostre che nei mesi scorsi ha organizzato “Elyma”, sarà presentato domenica alle 12.30, dallo stesso Gandolfo Gabriele David e dal direttore del Parco Luigi Biondo, curatore della mostra con la storica dell’arte Lori Adragna.
ELYMA
installazioni vegetali e performance in dialogo con il Parco di Segesta
di Gandolfo Gabriele David
a cura di Lori Adragna e Luigi Biondo
Dal percorso installativo di Elyma scaturisce una riflessione ecologica ed estetica che si intreccia con il patrimonio materiale e immateriale del Parco archeologico di Segesta. Elyma è un progetto stratificato: intorno ad Ara, l’opera realizzata all’interno del Tempio, si sono svolte le due performance Offerta e Semina che hanno coinvolto la comunità locale. All’ingresso del Parco, le installazioni Chakana e Lance hanno orientato il percorso monumentale verso una più precisa consapevolezza del paesaggio; la fusione tra archeologia e Land Art, passato e presente, memoria, astrazione e il ricorso a elementi simbolici provenienti da culture e civiltà lontane, hanno aperto una visione sistemica sul rapporto tra esseri viventi e spazio, un ciclo vitale in cui umani, insetti, piante sono un tutt’uno. Infine, la soundwalk realizzata in collaborazione con Vacuamoenia e i laboratori didattici hanno approfondito l’importanza del paesaggio come processo interiore e sinergico, ricordando all’essere umano il suo ruolo di testimone, custode ed alleato.