Un fenomeno di grave inefficienza sta emergendo all’Asp di Trapani, con ritardi significativi nella refertazione degli esami istologici. La relazione integrativa redatta dagli ispettori e inviata alla Regione Siciliana, e successivamente al Ministero della Salute, sottolinea come questo problema non solo rifletta disorganizzazione nelle attività aziendali, ma anche una gestione manageriale insufficiente, in particolare nella supervisione delle operazioni e nel coordinamento interno.
L’indagine ha messo in luce ulteriori aspetti problematici. La relazione esamina i risultati delle ispezioni del dipartimento Dasoe, che ha sottoposto alle autorità sanitarie regionali le conclusioni sui gravi ritardi accumulati. Il 26 marzo, l’Asp di Trapani ha inviato la documentazione richiesta, comprensiva di quattro casi specifici, tra cui quello di una donna di 56 anni che ha ricevuto il referto otto mesi dopo l’intervento chirurgico, quando il tumore da cui era affetta era già al IV stadio. Gli altri tre casi presentano ritardi simili, con referti ricevuti rispettivamente dopo 4, 5 e 9 mesi, e uno dei pazienti è deceduto. La relazione evidenzia come questi ritardi abbiano compromesso gravemente la tempestività e l’efficacia delle cure.
Inoltre, emerge che il 15 febbraio 2024, il direttore della chirurgia generale dell’ospedale Ajello di Mazara del Vallo, Pietro Fazio, aveva già sollecitato la refertazione degli esami relativi ai mesi estivi del 2023, e successivamente, nel maggio del 2024, ha reiterato la richiesta per gli esami non ancora completati.
L’analisi dei dati ha reso evidente la gravità della situazione, tanto che la Regione Siciliana ha deciso di avviare il procedimento sanzionatorio contro il direttore generale dell’Asp di Trapani, Ferdinando Croce. Oggi scatta la sua sospensione di 60 giorni, un passo che potrebbe portare alla sua rimozione definitiva. Le accuse sono molto serie e, di fronte a queste, è improbabile che il suo partito, Fratelli d’Italia, possa continuare a difenderlo. La questione non è solo politica, ma riguarda la salute di 206 pazienti con diagnosi tardive di tumore, e l’urgente necessità di dare un segnale forte contro i 3.300 esami istologici non refertati.